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Ipersessualità: quando il sesso diventa una dipendenza

Ipersessualità: quando il sesso diventa una dipendenza

Il termine ipersessualità in generale, viene utilizzato come sinonimo di, "dipendenza sessuale" o "sexual addiction", rientrando, in questo caso, nella categoria delle dipendenze senza sostanza. Il fenomeno dell'ipersessualità, quindi, si configura come una complessa condizione psicologica e comportamentale nella quale la persona è preda di costanti pensieri intrusivi a sfondo sessuale associati ad una perdita di controllo sul proprio comportamento sessuale.

Quali sono i "sintomi" dell'ipersessualità?

I comportamenti che i dipendenti sessuali possono mettere in atto sono i più svariati e possono includere: promiscuità sessuale, sesso con prostitute o prostituzione personale, continue fantasie sessuali, masturbazione compulsiva, esibizionismo, voyeurismo, pratiche di tipo sadomasochistico, dipendenza da materiali o linee telefoniche a carattere pornografico e ipersessualità all'interno di una relazione stabile in misura tale da sconvolgere il suo "naturale" assetto.

In ogni caso, l'elemento centrale dell'ipersessualità sarebbe la presenza di pensieri ossessivi, fantasie ricorrenti distraesti e persistenti, insieme al carattere impulsivo e/o compulsivo della condotta sessuale. Inoltre, anche in questo caso, sarebbe presente il fenomeno del carving (intenso desiderio della cosa dalla quale l'individuo dipende), dell'assuefazione e dell'astinenza che inducono il soggetto ad un intenso e irrefrenabile desiderio di mettere in atto il comportamento sessuale bramato, all'aumento progressivo dei comportamenti sessuali ricercati per ottenere lo stesso effetto di appagamento e alla rispettiva escalation della sintomatologia ansiosa, legata al tentativo di contenimento dei sintomi dell'astinenza.

Cause ed incidenza

Vi sono alcuni fattori che potremmo definire specifici ed altri più generali che concorrono nello sviluppo di una personalità dipendente.

Un ambiente familiare rigido, anaffettivo, disimpegnato; abusi psicologici, fisici e sessuali subiti nel corso dell'esistenza sono tra i maggiori fattori di rischio. Tuttavia, anche esperienze negative di altro genere, quali la morte di un familiare o altre esperienze dolorose dal punto di vista affettivo possono aver concorso nel creare una sorta di vulnerabilità psicologica che predispone alla dipendenza. Uno studio recente condotto su un campione italo-svedese sottolinea quanto gli individui di sesso maschile siano più a rischio rispetto ai soggetti di sesso femminile nello sviluppare tale disagio, mentre l'essere impegnati o meno in una relazione stabile non risulta essere un fattore influente.

Per quanto riguarda l'incidenza del disturbo, l'ipersessualità sembrerebbe colpire dal 3 al 6% della popolazione, con una differenza rispetto al genere: le donne ipersessuali sarebbero per lo più di orientamento sessuale bisessuale, mentre tra i maschi prevarrebbe l'eterosessualità.

Inquadramento diagnostico

Non tutti gli esperti sono d'accordo sul considerare l'ipersessualità alla stregua di una dipendenza sessuale, preferendo collocarla all'interno della categoria del Disturbo del Controllo degli Impulsi (Barth e Kinder, 1987) o del Disturbo Ossessivo-Compulsivo (Hollander, 1993). Per venire a capo di questa diatriba, Kafka (2010) ha proposto il termine Hypersexual Disorder come nuovo disturbo psichiatrico da aggiungere alla sezione dei Disturbi Sessuali della nuova edizione del DSM V ma la proposta è stata rigettata.

Conseguenze

L'ipersessualità non va in alcun modo confusa con un'attività sessuale intensa o caratterizzata da un'alta frequenza di rapporti sessuali poichè rivela una perdita di controllo. Infatti, il soggetto ipersessuale non è in grado di scegliere se e quando fare sesso, egli è incastrato in un circolo vizioso di pensieri, sentimenti ed azioni che ruotano completamente interno al sesso e che non possono essere fermati, nonostante le conseguenze negative e la volontà, da parte del soggetto, di spezzare il circolo. L'impatto di tale condizione sulla vita dell'individuo è da ritenersi decisamente forte, con una progressiva compromissione dei vari ambiti quotidiani quali: le relazioni affettive e familiari, il lavoro, la socialità, l'aspetto economico, etc. A livello fisiologico, ad esempio, non è raro che si sviluppino disfunzioni sessuali in comorbidità (eiaculazione precoce, ritardata, disturbo del desiderio ipoattivo, etc.) o che si contraggano malattie sessualmente trasmesse; a livello sociale, la persona può perdere il lavoro o restare aggrovigliata in questioni legali a seguito a reati a sfondo sessuale, etc.; a livello affettivo ed emotivo, infine, si assiste spesso alla rottura di legami sentimentali e familiari importanti, alla presenza di ansia, senso di colpa, inadeguatezza, depressione e aggressività che possono essere riversati sulle persone care in quanto percepite come oggetti da usare.

Trattamento

Rispetto al trattamento dell'ipersessualità, alcuni studi dimostrerebbero la maggiore efficacia di un approccio integrato tra psicoterapia individuale, mediante il quale mettere a fuoco le dinamiche individuali e relazionali, i vissuti emotivi e le rappresentazioni interne legate alla sessualità e la terapia di gruppo, utile ad elaborare il senso di colpa e di vergogna che accompagna spesso questa problematica e la stigmatizzazione derivante da ciò che nell'immaginario collettivo si definisce "ninfomania e satirismo".

Dr.ssa Michela Pieroni, Alessandra Recine e Luca Pierleoni
Psicologa e Psicoterapeuta a Macerata


Articoli originali visionabili presso la Società Italiana di Sessuologia e Psicologia - SISP, all’indirizzo www.sisponline.it


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Ambiti d'intervento

Dr.ssa Michela Pieroni
Psicologa e Psicoterapeuta a Macerata
Iscritto all’Albo Professionale degli Psicologi della regione Lazio n. 19948
Laurea in Psicologia, Specializzazione in in “Intervento Psicologico nello sviluppo e nelle Istituzioni Socio-educative”

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